Dio è amore e con lui l’unica via di comunicazione con lui è l’amore

Il punto di partenza

Il libro della Genesi dice che, quando Dio creò l’essere umano, prese della polvere del suolo e vi mise il suo alito. È una immagine che va tradotta nel nostro linguaggio. Se, come garantisce l’espressione della Prima Lettera di Giovanni(4,8) «Dio è amore», allora l’alito che il Creatore ha messo in noi è una scintilla di quello che egli è, una scintilla di amore. Allora i miliardi di esseri umani di oggi significano miliardi di scintille d’amore. Un potenziale di amore assolutamente grande. L’umanità oggi non implode perché l’amore è più forte dell’odio, e la fa vivere. Ogni amore, se è vero, nasce e si alimenta dall’amore del Creatore.

“Va’ dove ti porta il cuore” Questa espressione era il titolo di un libro di Susanna Tamaro che trovò un’accoglienza entusiasta, come se molti avessero finalmente individuato la strada da seguire. Dio è presente e guida l’umanità attraverso l’amore. Dio sapeva questo molto prima: per amore ha creato, per amore fa vivere, per amore risana ciò che è ferito.

“Va’ dove ti porta … il cuore di Dio”. Ci sono persone che, consciamente o inconsciamente, sentono la spinta dell’amore e rendono presente l’azione di Dio attraverso le loro azioni. Appartengono a tutti i livelli sociali; non a particolari fasce di età o livelli culturali; non sono necessariamente legate a particolari tradizioni religiose … Per maggiore chiarezza diciamo che l’amore non nasce da spinte istintuali biologiche o psicologiche, ma da qualcosa che va oltre la persona stessa. Per spiegarmi meglio ricorro a storie che ho incontrato nella realtà e che assomigliano a tante altre.

Quando l’amore c’è ed è autentico, di fronte alle difficoltà non diminuisce, cresce. Ho ascoltato storie di uomini e di donne innamorati che, dopo anni, difronte a difficoltà impreviste (malattie devastanti, tradimenti, ecc.) sono arrivati ad eroismi di amore. In realtà il loro amore è arrivato al vertice, si è purificato, nobilitato… è diventato specchio dell’amore di Dio, gratuito, disinteressato. Ci sono tantissime di queste vicende, dobbiamo solo saperle riconoscere. Qui ne ricordo due che hanno colpito me.

Storie di altissimo amore 

in un ospedale, era venuto di buon mattino un anziano per farsi levare i punti da una ferita. il dottore di guardia lo assicurò che il chirurgo non avrebbe tardato. dal momento, però, che tardava e l’anziano sembrava avesse urgenza per qualcosa, si dispose a farlo lui e gli chiese: “ha qualche altro appuntamento in ospedale?”. “no, devo fare colazione con mia moglie”. “magari sua moglie si preoccupa del ritardo?”. “no, mia moglie ha l’alzheimer; non mi riconosce da tre anni”. “eppure lei ogni giorno fa colazione con lei che non la riconosce?”. “lei non sa più chi sono io, ma io so chi è lei per me”.

durante la celebrazione di un matrimonio orientale scoppiò un incendio e la sposa, bellissima, ebbe il volto gravemente deturpato. lo sposo continuò ad amarla e lei, per non creargli imbarazzo, si copriva il volto con un velo. ad un certo punto lo sposo cominciò ad accusare disturbi agli occhi e progressivamente arrivò alla cecità. si aggiunsero poi altre malattie che lo portarono alla morte. sotto il suo guanciale trovarono un biglietto con scritto: “mia cara, ti meraviglierai che io ti abbia scritto di mio pugno questa lettera; io non so mai stato cieco, ho finto di esserlo per non metterti a disagio. per me tu sei sempre stata bella come il giorno del nostro matrimonio. ti ho sempre amato e ti amo”.

Un amore che viene da lontano

“Va dove ti porta il cuore”, non il nostro cuore, bensì quello di Dio, perché «Dio è amore» (1Gv 4,8), la sorgente dell’amore. Finché ci sarà qualcuno sulla terra che ama, avremo la certezza che Dio non se n’è andato, perché in ogni manifestazione di amore, è lui che si rende visibile.

È importante, a questo punto, chiarire di che amore stiamo parlando. Non di un semplice sentimento: i sentimenti sono fragili, sono legati a fattori variabili; parliamo di un amore che il Nuovo Testamento chiama con il termine greco agàpe. Dio non ama per avere un ritorno, e non ama quelli che sono meritevoli di amore, ma rende meritevoli quelli che ama. Ha un nome preciso questo amore “grazia” che è lo stesso di “gratis”. Se l’umanità non è ancora implosa (finita) è perché questo amore non è ancora scomparso, sopraffatto dall’odio, dall’egoismo.

“Io sono la via …”

Dove comincia “la strada del cuore”, come la si riconosce e come si possono seguirne le tracce? Dio, quando propone qualcosa, non si limita a dare le “istruzioni per l’uso”, ma offre, già in questo caso, una realizzazione visibile e abbordabile, il Figlio. A Tommaso che gli chiedeva “Signore mostraci la via” Gesù ha risposto: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv14,6). Nell’amore del Padre si entra tenuti per mano dal Figlio.

Il cammino dell’amore è descritto in modo magistrale dall’apostolo Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi (1 Cor 13,4-8): «L’amore (usa il termine agàpe, che è l’amore con cui Dio ama) è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non verrà mai meno».

Questo testo dell’apostolo ci offre l’identikit di Dio-amore. Se noi siamo fatti “a sua immagine e somiglianza” questo è anche il nostro percorso. Non possiamo dirci figli di Dio se non abbiamo nel nostro DNA questo tipo di amore. Non saremo noi ad arrivarci; lo Spirito di Dio, che è amore ci condurrà.

La strada del cuore …

Riprendiamo e analizziamo il passo della prima lettera ai Corinti (13,4 ss.), perché ci offre una descrizione attenta della strada sui cui Dio ci invita per arrivare a lui. Le caratteristiche dell’amore di Dio:

l’amore «è paziente, è benevolo …». Non pretende soddisfazioni o rivalse; non cambia per i torti che subisce, ma ridona l’amicizia come nuova dopo ogni ferita. Quante divisioni in meno ci sarebbero; quante amicizie naufragate, quanti rancori che corrodono la vita. Com’è bello, invece, se il sole riappare dopo la tempesta, se la vita riprende nuova nonostante le ferite. «Paziente e benevolo» sono le prime parole che Dio ha attribuito a sé nell’Esodo. Il Figlio, appeso ingiustamente al patibolo degli schiavi, ha risposto agli insulti e agli sputi con una preghiera: «Padre personali, non sanno quello che fanno!». La storia umana è rinata da questo gesto.

l’amore «non invidia …». L’invidia è un sentimento che non porta alcun vantaggio a chi lo alimenta, ma vorrebbe solo privare altri di qualcosa che hanno. Difficile calcolare i danni che questo sentimento ha prodotto e produce ancora in chi lo ha e in chi lo subisce. Di fronte alla persona invidiosa si alzano le difese della diffidenza, mentre di fronte alla persona libera ci si sente a proprio agio.

l’amore «non si vanta, non si gonfia …». La discrezione e l’umiltà sono sempre ospiti graditi: non ingombrano e non inquinano i legami di amicizia. L’amicizia e l’amore, se sono autentici, non hanno bisogno di pubblicità. La vanità, la millanteria creano disagi e imbarazzo nei rapporti. Chi si vanta fa sentire gli altri inferiori, mettendo a disagio l’amicizia alla quale chiede l’applauso.

l’amore «non si comporta in modo sconveniente …». Sconveniente è tutto ciò che non conviene in un rapporto umano: mancanza di stima, indifferenza, insincerità, doppiezza, mancanza di dialogo … Tutto questo spegne lentamente l’amore. È molto più grave di un occasionale tradimento. L’amore si alimenta di piccole cose, di attenzioni quotidiane. Anche l’amore di Dio lo riconosciamo da piccole cose, se le cogliamo la nostra gratitudine nasce spontanea.

l’amore «non cerca il proprio interesse …». Dio ci ha voluti senza nessun suo vantaggio, ma gratuitamente … ci ha voluti per noi stessi. Tutto quello che Dio ci dona è “grazia” (= gratis); non pretende nulla per sé. Il giorno in cui ha offerto al suo popolo il Decalogo (dieci parole di libertà), Dio l’ha messo in guardia con queste parole: «Io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso» (Es 20,5); non una gelosia a difesa di se stesso, bensì a difesa della libertà della sua creatura. Dio ha fatto l’uomo a propria immagine e somiglianza … lo voleva simile a sé.

l’amore «non s’inasprisce …». La diversità tra le persone che si amano a volte è motivo di divisione, in realtà la diversità è una ricchezza, perché l’amore assomma le differenze, non le azzera. L’amore è un’opportunità così grande che, per salvarla, l’apostolo aggiunge subito: «…  soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa». L’amore ha un prezzo, a volte molto alto, ma che vale la pena pagare. Allora, non rassegnazione alla diversità, bensì gioia.

l’amore «non verrà mai meno». Il sogno umano dell’immortalità trova qui la risposta.  L’apostolo Paolo scrive che, quando saremo nel mondo di Dio, la fede non avrà più ragione d’essere perché vedremo le cose direttamente; anche la speranza non ci sarà più, perché avremo raggiunto il traguardo più altro; l’amore, invece, rimarrà per sempre perché saremo immersi in Dio che è amore. L’amore può dare senso a tutto, la mancanza d’amore può svuotare del suo valore ogni realtà umana.

Nel riquadro che proponiamo possiamo vedere come:

L’intelligenza senza amore ti rende insensibile. / La giustizia senza amore ti rende ipocrita. / Il successo senza amore ti rende arrogante. / La ricchezza senza amore ti rende avaro. / La docilità senza amore ti rende servile.

La bellezza senza amore ti rende superbo. / L’autorità senza amore ti rende tiranno. / Il lavoro senza amore ti rende schiavo. / La preghiera senza amore ti rende presuntuoso. / La fede senza amore ti rende fanatico./ La croce senza amore si converte in tortura. / La vita senza amore non ha alcun senso. / Nella vita l’amore è tutto…  

In fine, l’amore è l’anticipazione dell’aldilà, perché anche lì, e soprattutto lì sarà al centro della festa. Su questo ci assicura l’apostolo Paolo con le sue stesse parole: «Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà, la conoscenza svanirà. […]La fede finirà, la speranza finirà, ciò che rimarrà è la carità, perché la più grande di tutte!» (1 Cor 13,1-13). Coloro che nella vita terrena non hanno imparato ad amare che cosa ci faranno in una festa al centro della quale ci sarà l’amore?

Quando noi diciamo “vita eterna” pensiamo all’aldilà; in realtà “vita eterna” è la vita che è in Dio; la nostra, invece, è “vita a termine”. Dio sogna di agganciarci alla sua vita eterna già ora attraverso la “via del cuore”.

Al termine della strada   (Joseph Folliet)

Al termine della strada,
non c’è la strada
ma il traguardo.

Al termine della scalata,
non c’è la scalata
ma la sommità.

Al termine della notte,
non c’è la notte
ma l’aurora.

Al termine dell’inverno,
non c’è l’inverno
ma la primavera. Al termine della disperazione,
non c’è la disperazione
ma la speranza.

Al termine della morte,
non c’è la morte
ma la vita.

Al termine dell’umanità,
non c’è l’uomo
ma l’Uomo-Dio.