Ha creato leggende, ha seminato paure, è diventato argomento di film e di leggende … In realtà: chi è? Che rapporto ha con noi? Aldilà delle leggende cosa dice la Bibbia? La nostra sofisticata cultura non è riuscita a collocarlo in pensione…

Premessa

Il diavolo che, in passato, aveva avuto un posto da protagonista nella vita dei cristiani, è andato mano mano diventando un problema. Ora per molti il diavolo è una minaccia oscura, per altri invece una presenza ininfluente, di pura fantasia. Su questo cambiamento ha pesato la mentalità scientista, che tende a ridurre tutto a fattori controllabili, e d’altra parte ad alimentare paure non giustificate da fondamenti della fede. Il “diavolo” (parola che significa letteralmente “colui che divide”) ha così recuperato un posto di primo piano nella vita spirituale di oggi. C’è chi lo ritiene una scheggia impazzita che agisce indipendentemente da Dio.

Per fare chiarezza dovremo anzitutto interpellare le Scritture sacre, ascoltare la riflessione della Chiesa nel suo cammino bimillenario e, infine, tenere presente il sensus fidei dei credenti.

L’identikit del diavolo

Partiamo dai nomi con cui lo chiamiamo. Chiamandolo diavolo noi abbiamo già fatto una scelta tra i vari significati che potrebbe avere. Diavolo significa letteralmente “colui che divide” (dal termine greco diabàllo). Curioso che il suo contrario è “Simbolo” che significa “metto insieme, unisco” (dal greco synbàllo) ed è il segno dell’unità (il Simbolo o Credo, che proclamiamo nelle Eucarestie domenicali).

Il termine satana non è un nome proprio, ma indica una funzione: depistare, fare sbagliare strada. Celebre è il passo del Vangelo secondo Marco (8,33) e Matteo (16,23) dove Gesù chiama Pietro satana, perché con le sue proposte vorrebbe fargli sbagliare strada: «Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Un termine più complesso è demonio che viene dalla cultura greca. I demoni sono esseri intermedi tra la divinità e gli uomini. Possono essere buoni o cattivi. Nella tradizione ebraica sono soggetti all’azione di Dio e operano su concessione sua.

Potremmo aggiungere anche altre espressioni: il menzognero. Nel IV Vangelo, rispondendo ai giudei che lo accusavano di avere un demonio, Gesù risponde loro: «Voi avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44).

Nell’Apocalisse è chiamato l’anticristo, il dragone, il serpente antico, il maligno, il leviatano … ed alleato della grande prostituta, Babilonia, che con lui sarà precipitata: «nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli» (Ap 20,10).

Secondo l’Apocalisse, il momento della sconfitta definitiva del demonio è quando Cristo è stato innalzato in croce. Ora noi assistiamo alle conseguenze di questa vittoria. Ci sono ancora i colpi di coda del maligno, ma tutto va verso quella conclusione.

Ho fatto questo breve excursus per dare l’idea di come sia difficile ingabbiare nelle nostre parole e nelle nostre immagini una realtà che non è nella nostra dimensione terrestre. Le raffigurazioni del diavolo sono o la proiezione di nostre fantasie o modi con cui si è mostrato. In conclusione potremmo dire che il diavolo, più che dai nomi è definito dalle azioni che svolge nei confronti degli uomini.

Com’è nata la credenza del diavolo?

Se Dio, creando aveva constato che quanto aveva fatto «era cosa buona, molto  buona» (Gen 1,31), il diavolo da dove viene? È una domanda a cui non è possibile non prestare una certa attenzione.

Durante tutto il corso della sua storia, l’uomo ha fatto l’esperienza del male nelle varie sue forme: sofferenza fisica, malattie, carestie, epidemie, esplosioni di odio e di violenza, calamità naturali, guerre, forme di malvagità e di cattiveria…

Chiedendosi da dove venisse il male, egli è stato portato facilmente ad attribuirne l’origine a forze malvagie, a mostri crudeli, a spiriti cattivi, che egli ha personificato chiamandoli con i nomi più diversi. Tutte le mitologie antiche conoscono questi esseri malvagi, dai quali ci si può difendere con scongiuri, sacrifici e, specialmente, con pratiche magiche.

Alcune religioni hanno addirittura innalzato questo potere malefico al rango divino, facendone un dio del male, che sta accanto o in opposizione al Dio del bene. Questa dottrina dualista della lotta tra il Male e il Bene si è diffusa anche nel modo cristiano attraverso il manicheismo, il catarismo…; ma è sempre stata combattuta e condannata come contraria alla fede cristiana.

Anche l’AT conosce l’esistenza di uno spirito malvagio, nemico di Dio e dell’uomo, ma esso è sotto il dominio di Dio; non è un principio del male, non si pone sullo stesso piano di Dio, ma è a lui soggetto pur essendo suo nemico e cercando di distogliere gli uomini da lui: «Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono» (Sap 2, 23- 24). L’AT è assai discreto sul diavolo: se da una parte ne afferma la perfida intenzione, l’invidia, l’astuzia e la menzogna, per cui inganna l’uomo e lo induce a disobbedire a Dio, facendolo in tal modo incorrere nella morte, dall’altra parte non ne esagera la potenza e mostra che l’uomo è in grado di resistergli e di conservare la fedeltà a Dio. La signoria di Dio su satana è indiscutibile.

È nei libri extra-biblici (I e II Libro di Enoch, Libro dei Giubilei, Testamento dei dodici patriarchi, Vita di Adamo e Eva, ecc.) che si parla invece molto di satana e degli spiriti maligni. Lì si trovano racconti leggendari e speculazioni sul peccato e sulla caduta degli angeli. La demonologia era molto diffusa al tempo di Gesù.

Cos’è il diavolo per il cristiano?

La credenza cristiana nel demonio è un dato di fede, non un dato di psicologia o di ragione; non è la proiezione psicologica di paure e di angosce; non è neppure la personificazione mitica del male. Perciò il cristiano che crede all’esistenza del diavolo non è un credulone o un complessato. In altre parole, la questione del demonio non si pone sul piano della psicologia né quello della ragione, ma è comprensibile solo nell’ambito e nell’interno della fede cristiana.

Forse in passato, parlando del diavolo, si è insistito troppo sull’immaginario demoniaco trasmesso da lunghi secoli (il caprone con le corna e il forcone, i “sabba” notturni, orgiastici e sacrileghi del demonio con streghe e maghi), per cui, se si ferma su questo il non credente troverà tali cose infantili o ridicole. L’autentica dottrina cristiana sul demonio non è né infantile né ridicola, ma apre sul destino dell’uomo e sulla storia dell’umanità uno spiraglio di luce; soprattutto permette di penetrare più a fondo nell’oscuro e tremendo mistero del male.

L’insegnamento di Gesù

La credenza nel demonio deriva, per il cristiano, da quanto del diavolo e della sua azione ha rivelato Gesù nei Vangeli e da quello che ne hanno aggiunto gli autori del NT. Gesù ha chiamato in causa il diavolo con le sue parole e le sue azioni.

Prima di tutto Gesù insegna chiaramente l’esistenza personale del diavolo: il demonio è l’avversario contro il quale egli combatte, liberando le persone di cui ha preso possesso e che opprime e tiranneggia in forme crudeli. Insieme con l’annuncio evangelico del regno di Dio e la guarigione dei malati, la lotta contro satana costituisce la terza grande opera di Gesù, tanto che la cacciata del demonio è presentata da lui come il segno che il regno di Dio è venuto nel mondo: «Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il regno di Dio» (Mt 12, 28). Questa lotta contro satana e i demoni inizia con la vita pubblica di Gesù, quando egli nel deserto è tentato dal diavolo, e dura fino alla sua morte, che in apparenza è una vittoria del potere delle tenebre, ma che in realtà è la sua più grande sconfitta. È allora, infatti, che satana, detto «principe di questo mondo» (non perché il mondo gli appartenga, ma perché egli ha la possibilità di dominare gli uomini distogliendoli dal regno di Dio), «è gettato fuori» (Gv 12, 31).

La pagina delle “tentazioni” (Mt 4,1è emblematica al riguardo: mette in risalto, da una parte, che satana è il nemico di Dio, l’avversario di Cristo e il nemico degli uomini; dall’altra la vittoria che Cristo con la sola potenza della sua parola ottiene su di lui. Basta un solo comando e il demonio abbandona le sue vittime, siano esse persone possedute dallo spirito del male o semplici malati, dato che la malattia è un segno della potenza di satana sugli uomini. Satana è “forte” ma Gesù è il “più forte“.

Con al sua parola Gesù smaschera l’attività del diavolo: egli è il nemico che semina la zizzania in mezzo al grano seminato da Dio (Mt 13, 25-39); ruba dal cuore degli uomini la parola di Dio (Mt 13, 19); soprattutto è colui che cerca di stornare gli uomini dal credere in Gesù. Così egli bolla i giudei increduli come “figli del diavolo”«Non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso parla del suo perché è menzognero e padre della menzogna” (Gv 8, 43-44).

Per Gesù il diavolo è un essere spirituale personale e non un semplice simbolo o la personificazione del male. Il Padre nostro ci insegna a dire: «Liberaci dal maligno»; non dice: “Liberaci dalla malignità”. Far credere che egli non esista o che non sia pericoloso è il risultato a cui egli tende; questo lo lascia più libero di agire indisturbato.

Il libro dell’Apocalisse, presenta lo scontro frontale tra Dio e il diavolo e celebra il potere spremo di Dio su satana. Egli concede al demonio dei periodi ben delimitati per agire, allo scopo di rafforzare la fede dei suoi figli. Lo scontro termina con la sconfitta definitiva del maligno che Dio confina nel profondo per sempre e dà inizio ad un’epoca nuova. Secondo l’Apocalisse questa vittoria è avvenuta quando Cristo è stato innalzato in croce.

LA STORIA DI “LUCIFERO”

Non diamo tutto per verità di fede. Nella Bibbia è assente la leggenda di Lucifero, il bellissimo angelo caduto a causa del suo orgoglio e della sua superbia e degradato per sempre a orrendo diavolo. È in un testo apocrifo dei primi secoli del cristianesimo, il Libro dei segreti di Enoc, che affiora l’idea di un peccato di orgoglio da parte di un arcangelo (ancora anonimo) il terzo giorno della creazione: Ma uno dell’ordine degli arcangeli, allontanandosi con la schiera ai suoi ordini, concepì un pensiero impossibile: collocare il suo trono al di sopra delle nubi che stanno sopra la terra per poter così eguagliarsi con la mia forza. Io allora lo scagliai dall’alto insieme ai suoi angeli e lui rimase volando nell’aria sopra l’abisso (Libro dei segreti  di Enoc slavo), 11,38-40).

Satana, la scimmia di Dio

La strategia di satana è sostituirsi a Dio. Non si presenta mai come angelo delle tenebre, ma come amico dell’uomo e alleato di Dio, di cui conosce e utilizza la parola (è quanto è avvenuto nelle tentazioni di Gesù).

Satana mimetizza la sua presenza e svuota la parola di Dio della sua forza. Già con i progenitori egli utilizzò questa strategia con una tecnica … diabolica: « Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: – È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?-. Rispose la donna al serpente: – Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete. – Ma il serpente disse alla donna: – Non morirete affatto!  Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gen 3,1-5). L’ignoranza o la conoscenza superficiale della Parola di Dio è la porta attraverso la quale la tentazione può entrare senza trovare ostacoli seri.

IL MIMETISMO DI SATANA

Secondo un noto sondaggio di Gallup, di qualche tempo fa, la posizione dei cristiani statunitensi si esprimeva così:

il 55%, afferma di credere al diavolo.

Il 16% non sa se esista,

e solo il 37% non ci crede.

Da noi la situazione non pare molto più allegra: la fede in Dio è per molti ininfluente.

Impressiona il numero sempre crescente degli atei nel nostro tempo e colpisce anche l’aggressività del loro ateismo. L’ateo di oggi non soltanto afferma che Dio non esiste, ma pretende che Dio non esista, perché l’esistenza di lui metterebbe a rischio l’esistenza, la libertà e la felicità dell’uomo: Dio non può, non deve esistere, perché è il nemico, anzi il “vampiro” dell’uomo. Dietro questa suprema menzogna c’è evidentemente l’azione di satana, definito da Gesù: «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8, 44). Forse ci siamo preoccupati troppo delle celebrazioni del culto e delle osservanze morali, dedicando poco tempo alla conoscenza della Rivelazione e alla contemplazione delle opere del Signore a nostro favore. Quello di cui abbiamo bisogno è una conoscenza più lucida del progetto di Dio e un maggior coinvolgimento nella sua strategia. Chiariamo con qualche parola questo.

Solo Dio è Dio. Tutto ciò che diventa eccessivamente importante per noi, occupando il posto più alto della nostra attenzione non è Dio, bensì un idolo. La differenza è enorme. Dio è schierato a favore dell’uomo e della sua libertà e autonomia; non chiede nulla all’uomo, tranne che si lasci amare. Dio non va conquistato a prezzo di promesse, di preghiere, di impegni: è grazia, cioè gratis. Non è geloso, non  è suscettibile,  non pretende soddisfazioni, non pretende acclamazioni, perché è già grande di suo; tutto quanto fa è a difesa della libertà e della grandezza dell’uomo.

L’idolo, invece, ha se stesso al centro della sua azione. Concede ai suoi devoti le cose che chiedono (sono sempre soddisfazioni transitorie), ma in compenso esige l’abdicazione alla propria libertà, alla propria autonomia, alla propria dignità: diventa il despota della propria vita. Idoli possono essere il successo, il potere, il possesso o anche semplicemente cose della vita quotidiana sopravvalutate come la casa, il lavoro, la salute, i figli … Satana, che è l’idolo per eccellenza, si inserisce in queste dinamiche umane, piegandole ai suoi scopi, senza che ce ne accorgiamo. Alla fine egli è insediato al posto di Dio e l’individuo, da figlio libero che era, diventa suddito.

Quello che disturba il diavolo

Ai nostri giorni ha ripreso forza l’esorcismo, che, dopo periodi in cui aveva avuto grande rilevanza, si era andato ridimensionando fino a ridursi ai minimi  termini.

L’insegnamento cristiano ha sempre guardato con sospetto l’eccessiva faciloneria nel chiamare in causa l’azione del diavolo e chiede invece di usare un senso critico e un atteggiamento di prudenza. La fede ci insegna che la potenza di satana non può varcare le frontiere impostegli da Dio, che ha la regia di tutto ciò che esiste.

L’ESORCISMO. L’idea che spiriti malvagi potessero non solo infliggere sofferenze alle persone dal di fuori (ossessione demoniaca), e potessero addirittura invadere e assumere il controllo del loro corpo (possessione demoniaca) era molto diffusa nelle culture antiche. Tali credenze e rituali che vi sono legati, sono però largamente assenti nel canone ebraico dell’Antico Testamento.

I primi cristiani ritenevano che Gesù stesso, oltre ad aver praticato l’esorcismo, avesse conferito anche ai discepoli il potere di compiere esorcismi.

Tutti e tre i vangeli sinottici includono l’esorcismo nel mandato di Gesù ai suoi discepoli quando li invia in missione (Mc 6,7; Mt 10,1.7; Lc 9,1; cfr. Mc 9,38-40). Gli Atti degli Apostoli presentano Paolo come un esorcista (At 16,16-18; 19,12) che i suoi rivali giudei tentano di imitare senza successo (19,13-20)21. Il potere straordinario dei cristiani di compiere esorcismi fu un argomento usato dagli autori della patristica contro il paganesimo.

Questo potere divenne di fatto tanto importante nella chiesa che verso il III secolo fu istituito un ufficio speciale di esorcista, che rimase nella chiesa romana come ordine minore fin verso la fine del xx secolo.

La strategia di una difesa contro gli attacchi del diavolo ve ben al di là degli esorcismi che riguardano un numero molto limitato di credenti realmente vessati e posseduti; tutti, invece, abbiamo il problema di una difesa dalle seduzioni di satana.

Sant’Agostino afferma che il diavolo è come un cane legato: se ti avvicini, ti morde; ma se stai lontano da lui, non può niente! Io aggiungerei anche un proverbio italiano: “Il cane morde colui che ha paura”.

La prima difesa da sviluppare è la non-paura, che si fonda sulla certezza che è Dio il regista di tutto quello che si svolge nella storia. Questo viene da una lettura corretta dell’immagine di Dio che la scrittura ci offre: «Vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1Tm 2,4).

Tutto quanto Cristo ha fatto è stato per garantire all’uomo la salvezza: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3,16-17).Dio è apertamente schierato dalla parte dell’uomo, e questo è un punto fermo nella lotta tra il bene e il male. Nella preghiera della notte (la Compieta) la liturgia riporta spesso questo passo della “Prima Lettera di Pietro”: « Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare; resistetegli saldi nella fede» (5,8).

Cristo ha affrontato satana nelle tentazioni e lo ha vinto per noi, armato solo della parola di Dio.

GLI EFFIMERI SUCCESSI DI SATANA

Uno scrittore anonimo, dei primi tempi della Chiesa, ha fatto un paragone audace ma espressivo: il diavolo è un drago affamato che divora ogni uomo che incontra e nessuno ha scampo. Cristo si fa boccone avvelenato e si fa mangiare e così ferma la strage degli uomini. La morte di Cristo, in realtà, è la sua vittoria e la definitiva sconfitta di satana. Questo è il tema dell’ultimo libro della Bibbia, L’Apocalisse.

In una chiesa di Savona c’è una Via Crucis, opera di un pittore olandese che , in un modo originale, esprime la stessa idea.. Durante tutte le stazioni sulle spalle di Cristo c’è satana, che aumenta la sua immagine ad ogni stazione e poi scompare di botto al momento della crocifissione.  

I SALMI  E I “NEMICI” DI DIO

Nell’Antico Testamento l’idea di un essere nemico di Dio, appare molto tardi (dopo il ritorno dall’esilio di Babilonia) e non ha un grande sviluppo. Nel Libro di Giobbe compare più volte Satana, ma è quasi un personaggio della corte di Dio. Nel Libro di Zaccaria interviene come pubblico accusatore del profeta Giosuè che avrebbe dovuto assumere il compito di sommo sacerdote.

Molto presente, invece, sono il male e la malvagità come caratteristica di persone che hanno queste caratteristiche. A questo scopo scegliamo un Salmo, tra i tanti che presentano l’azione dei malvagi: il Salmo 51.

Dopo che l’idumeo Doeg venne da Saul per informarlo e dirgli: «Davide è entrato in casa di Abimelech»  (v. 1Sam 22,9)

3 Perché ti vanti del male o prepotente nella tua iniquità?

4 Ordisci insidie ogni giorno; la tua lingua è come lama affilata, artefice di inganni.

Tu preferisci il male al bene, la menzogna al parlare sincero.

6 Ami ogni parola di rovina, o lingua di impostura.

7 Perciò Dio ti demolirà per sempre, ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi.

8 Vedendo, i giusti saran presi da timore e di lui rideranno:

9 «Ecco l’uomo che non ha posto in Dio la sua difesa, ma confidava nella sua grande ricchezza e si faceva forte dei suoi crimini».

10 Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e per sempre.

11 Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato; spero nel tuo nome, perché è buono, davanti ai tuoi fedeli

E’ uno dei pochi salmi di cui conosciamo la motivazione indicata nel versetto 2. La situazione è descritta in 1Sam 21,8; 22,6s.

Davide è braccato da Saul e va dal sacerdote Achimelech per farsi dare del pane. Questi gli dà i pani sacri destinati ai sacerdoti. Ma al fatto è presente l’idumeo Doeg che va a riferire a Saul l’accaduto. Saul convoca Achimelech chiedendogli conto del suo favore a Davide. Nonostante la giustificazione di lui, Saul ordina ai suoi di uccidere lui e tutti i sacerdoti. I suoi sottoposti si rifiutano, allora interviene Doeg che uccide ottantacinque sacerdoti. Spia assassino.

L’attualità di questo salmo è innegabile! Allora, ma anche oggi, vediamo il prevalere dei prepotenti che “si vantano del male”, “artefici di inganni” e ogni giorno “ordiscono insidie” nella politica, nella finanza, nel giornalismo e, purtroppo, anche in ambienti religiosi. Uomini che non confidano solo nella loro posizione di potere.

Davide, con questo Salmo, pur perseguitato da Saul, non si farà giustizia da sé, ma si affiderà al Signore.

Percorso del Salmo

«Perché ti vanti del male / o prepotente nella tua iniquità? / Ordisci insidie ogni giorno; / la tua lingua è come lama affilata, artefice di inganni». Il cinico è come una lama affilata, un freddo metallo che ferisce, squarta, semina morte. Il giusto è, invece, come un olivo in fiore che nutre, dà ombra e pace, semina vita e gioia. Su questo elementare contrasto simbolico, di tipo sapienziale, si sviluppa questo breve carme scritto forse da un sacerdote.

 «Tu preferisci il male al bene, / la menzogna al parlare sincero. / Ami ogni parola di rovina, / o lingua di impostura». La lingua è un’arma micidiale. A volte le parole sono come pietre che feriscono e anche uccidono. La parola, quando è stata lanciata non può più essere fermata ne dirottata. Nella sua lettera l’apostolo Giacomo scrive: «La lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna» (Gc 3,6). La Geenna era la discarica di Gerusalemme. Il suo fuoco era sempre acceso, esattamente come le parole cattive che sembrano riprodursi senza mai arrestarsi.

« Perciò Dio ti demolirà per sempre, / ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda / e ti sradicherà dalla terra dei viventi». Empio e giusto, però, non sono soli sulla faccia della terra: in mezzo a loro siede il Signore, giudice non corrotto e non indifferente. Ed allora, almeno per una volta nella storia, i giusti rideranno (v. 8) vedendo che le ricchezze non rendono intoccabili. Con le sue stesse mani Dio demolirà e farà a pezzi l’arroganza dei potenti, sradicandoli dalla terra (v. 7).

«Ecco l’uomo / che non ha posto in Dio la sua difesa, / ma confidava nella sua grande ricchezza / e si faceva forte dei suoi crimini». Il nemico del salmista si vanta addirittura del male con cui vuole annientare moralmente e fisicamente il suo avversario mediante false accuse. Da questa tracotante arroganza il giusto non ha la forza per difendersi; per questo Dio interverrà e sradicherà l’empio e lo cancellerà dalla terra. Il Salmo 100,5 dice: «Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo farò perire»

«Io invece come olivo verdeggiante / nella casa di Dio. / Mi abbandono alla fedeltà di Dio / ora e per sempre». Finalmente il giusto, vessato dalla malvagità del suo oppressore vede sorgere l’aurora che aspettava. È Dio stesso che si occupa dell’innesto dell’ulivo selvatico nell’ulivo autentico. La lotta tra il bene e il male non avrà mai tregua, ma, nonostante tutto sembri dire il contrario, il futuro luminoso del bene è già intravvisto … nella vicenda del Figlio.

«Voglio renderti grazie in eterno / per quanto hai operato; / spero nel tuo nome, perché è buono, / davanti ai tuoi fedeli». Il commento più bello lo possiamo trovare nelle parole del cantico di Maria: «Ha spiegato la potenza del suo braccio, / ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; / ha rovesciato i potenti dai troni, / ha innalzato gli umili;/ ha ricolmato di beni gli affamati, / ha rimandato a mani vuote i ricchi».

Ovviamente anche questo Salmo ci insegna ad invocare Dio pure in occasione di tutti gli attacchi demoniaci dato che il “menzognero”, il “prepotente” per eccellenza, il quale “si vanta del male” ed è “l’artefice di inganni”, è satana! Gesù, infatti, ci stimola, mediante la recita quotidiana ed incessante del Padre Nostro, a domandare anche la “liberazione dal maligno”.